Chi dovrebbe identificarsi per primo al telefono: il chiamante o la persona chiamata?
Può essere una cosa generazionale. Mi è stato insegnato che chi chiama si identifica sempre per primo. La persona che risponde dice “ciao”, per stabilire che il contatto è stato fatto, ma non ha l'obbligo di identificarsi. È a casa, si fa gli affari suoi, ed è stata interrotta in quello che stava facendo da chi chiamava. È obbligo del chiamante identificarsi per primo.
Chiamante: Salve, qui è ab2. Posso parlare con yz2, per favore?
Con amici intimi, che riconoscono la tua voce al telefono, si potrebbe essere un po’ più informali:
Salve, signora Smith. Questo è un, posso parlare con lei, per favore?
Se chiamasse da un'azienda o da un ufficio, sarebbe più formale:
Questo è ab2 di IBM Corporation. Vorrei parlare con yz2 in Quantum Computing.
Ma le chiamate che ricevo ora, a parte quelle di amici intimi, iniziano con il chiedermi chi sono (Si noti che ab2 è ora la callee; sopra era lei che chiamava):
Questo è ab2? Ho bisogno di parlare con ab2.
A cui rispondo; “Chi parla, per favore?”
Spesso la chiamante, dopo un inizio di sorpresa, si identifica. Ma alcuni non lo fanno. Fanno un altro tentativo di mettere in linea ab2 prima di dare informazioni su se stessi. Sembrano pensare di essere troppo importanti e troppo precipitosi per perdere tempo a parlare con qualcuno che non è il loro obiettivo. Di solito faccio un altro tentativo per scoprire chi è il chiamante, ma se chiedono con insistenza di ab2, riattacco.
Sono perfettamente soddisfatto del modo in cui gestisco le chiamate. Non sono mai importanti._ Ma sono curioso di sapere quando e perché si è sviluppato questo modello di invasione domestica delle telefonate.